Opera Pia Muzi Betti, sindacati: riconoscere subito il contratto della Sanità al personale

di:
21 Gennaio 2021

«Ai lavoratori e alle lavoratrici dell'Opera Pia Muzi Betti , struttura per anziani duramente colpita dalla pandemia con un altissimo numero di contagi anche tra il personale va riconosciuto immediatamente il passaggio al contratto della sanità».

È quanto chiedono in una nota i sindacati Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl che sottolineano il tardivo coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nella fase dell'emergenza e la chiusura dell'azienda alle proposte di collaborazione.
«A questo punto – affermano per i tre sindacati Stefano Lupini, Marcello Romeggini e Maurizio Molinari – non ci resta che una presa di posizione pubblica, a difesa dei lavoratori della struttura, i quali sarebbero addirittura additati da alcuni come possibile causa del contagio avvenuto”.
I sindacati ritengono a questo punto fondamentale fare chiarezza. “Non bastano – dicono ancora Lupini, Romeggini e Molinari – qualche pacca sulle spalle e qualche bella parola sull'impegno, la professionalità e la dedizione straordinaria profusa per l’emergenza. Servono i fatti, a partire dai nodi fondamentali: sicurezza e personale».
Secondo Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl è da ritenersi «estremamente tardiva» la suddivisione della struttura in piano Covid e piano non Covid, mentre l’intervento da parte del personale della Usl Umbria 1 viene definito dal sindacato «poco più che un palliativo» a fronte delle carenze di personale in una struttura sanitaria, nella quale si applica ancora il contratto degli Enti Locali, problema rimarcato da anni dai sindacati.
«È evidente la necessità di passare al contratto collettivo nazionale sanità – insistono i tre rappresentanti dei lavoratori del Muzi Betti - soluzione che permetterebbe in questa fase di attingere alle specifiche graduatorie regionali Covid uscite per infermieri e Oss e che avrebbe evitato la fuga di professionalità, anche tra i lavoratori afferenti alla cooperativa».
C'è poi il tema del ricorso al lavoro somministrato, che, per le organizzazioni sindacali, è da ritenersi “un grosso limite”: «Circa il 65% dei lavoratori della struttura – spiegano i tre sindacati - è attualmente “esternalizzato”, con tutte le conseguenze che ne derivano, in termini di disparità di trattamento e anche di sicurezza».

Contestualmente i sindacati chiedono alle istituzioni regionali, presidente, assessore alla sanità e alla Commissione Consiliare (nella quale siedono 2 consiglieri dell’Alto Tevere), di «intervenire per riconoscere, finalmente e definitivamente, ai lavoratori dell’Opera Pia Muzi Betti, il contratto della Sanità, strumento necessario per garantire percorsi futuri corretti ed evitare la maggior parte delle problematiche finora emerse».

Tags