L'istituto Prosperius Tiberino leader della riabilitazione, presenta Indego, il primo esoscheletro ad uso domiciliare

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16 Ottobre 2017

“Con Indego sono tornata a vedere le stelle, a guardare il mondo con occhi diversi, come una mamma che vede per la prima volta il proprio bambino compiere i primi passi”. Sono le parole, cariche di emozione e forza di volontà, di Tiziana Furiosi, mamma marchigiana 49enne paraplegica, dal 2012 paziente dell'Istituto Tiberino Prosperius che questa mattina ha dato dimostrazione dell'utilizzo di Indego, un innovativo esoscheletro ad uso domiciliare, in dotazione presso l'istituto di riabilitazione umbertidese.

Alla presenza dei vertici del Gruppo Prosperius, del sindaco di Umbertide Marco Locchi, dell'on. Giampiero Giulietti e soprattutto di tanti pazienti e dei loro familiari che credono fortemente nel lavoro svolto quotidianamente dal personale della clinica umbertidese, è stato presentato il nuovo arrivato in casa Prosperius, l'esoscheletro Indego, prodotto da Parker Hannifin, che oltre ad essere molto più maneggevole e facile da indossare rispetto ai predecessori, è ad uso domiciliare. Con questa nuova tecnologia quindi la robotica esce dal campo ristretto dei centri di riabilitazione per entrare nelle case dei pazienti, favorendo non solo un miglioramento della qualità della vita ma soprattutto il reintegro nella vita sociale.

Dopo i saluti del presidente del cda dell'Istituto Prosperius Domenico De Salvo, del sindaco Marco Locchi che ha ringraziato l'intero staff del Prosperius per il lavoro svolto quotidianamente all'interno di “un Istituto sempre in corsa verso il futuro e che continua a fare grandi passi in avanti nell'utilizzo della robotica nella riabilitazione” e dell'on. Giulietti, che ha ricordato lo sviluppo tecnologico che ha caratterizzato il Prosperius, “eccellenza in campo sanitario, motivo di orgoglio per tutta la comunità regionale”, il fondatore e presidente dell'Istituto prof. Mario Bigazzi ha ricordato le varie tappe dell'evoluzione delle tecnologie in medicina e che a partire dagli anni '90 hanno riguardato la riabilitazione, cuore pulsante del Prosperius. Poi, dopo l'intervento del dott. Stefano Fiorini che ha fatto il punto sull'utilizzo della robotica nella riatletizzazione degli sportivi, la parola è passata al direttore sanitario dell'Istituto Prosperius, dott. Marco Caserio, che ha ricordato il principale obbiettivo della riabilitazione, ovvero quello di reintegrare il paziente ortopedico o con esiti di patologie neurologiche nel contesto sociale.

“Per raggiungere questo obbiettivo un grande aiuto arriva proprio dalla tecnologia perché la robotica ci permette di massimizzare le possibilità di recupero e aiutare il fisioterapista nel suo lavoro - ha affermato il dott. Caserio – Negli anni Novanta il Prosperius si è dotato del primo apparecchio robotico per la riabilitazione di pazienti ortopedici poi nel 2009 è arrivato Lokomat, il primo esoscheletro statico; nel 2012 sono arrivati Ekso, esoscheletro dinamico utilizzato per pazienti paraplegici e neurologici, e Amadeo, robot per l'arto superiore, poi ancora nel 2016 è stata la volta di Indego che rispetto al precedente esoscheletro ha permesso al paziente di camminare sul terreno, e di Gloreha, per la riabilitazione dell'arto superiore, fino ad arrivare al nuovo Indego ad uso domestico e, a breve, ad una nuova mano robotica nata da una joint venture con la Sant'Anna di Pisa”. L'evoluzione tecnologica è stata accompagnata dalla costante crescita dell'Istituto, passato dai 21 posti letto del 1998 ai 112 del 2012; come illustrato dal dott. Caserio, nel 2016 l'istituto ha registrato ben 1570 ricoveri con oltre il 56% dei pazienti proveniente da fuori regione, alimentando l'ancora poco conosciuto, ma di certo rilevante per Umbertide e per l'Umbria intero, fenomeno del turismo sanitario.

Al dott. Paolo Milia, responsabile dell'area neurologica del Prosperius, è spettato poi il compito di illustrare le potenzialità del nuovo Indego, esoscheletro che aiuta i medici dell'Istituto a raggiungere un chiaro obbiettivo, quello di “prendere la malattia, trasformarla in normalità e reinserirla nel contesto sociale. In Italia 15 persone per milione di abitanti sono affette da lesioni spinali e l'età media si aggira intorno ai 50/55 anni. - ha spiegato – Grazie alla verticalizzazione consentita dall'esoscheletro, il paziente, oltre a ottenere benefici biologici, ha una diversa percezione del proprio corpo e una nuova prospettiva della propria vita. Rispetto al precedente esoscheletro, questo è leggerissimo, pesa solo 11,8 kg rispetto ai 23 di Ekso, si indossa anche stando seduti in completa autonomia, è facile da utilizzare, può essere controllato direttamente dal paziente attraverso una app e soprattutto consente di camminare in un contesto quotidiano”.

E la testimonianza più diretta delle potenzialità del nuovo Indego è arrivata proprio da Tiziana Furiosi, che sotto la guida dei fisioterapisti del Prosperius ha già collezionato la bellezza di 30 ore di utilizzo del dispositivo per un totale di 68.000 passi. Dopo aver indossato l'esoscheletro e aver camminato in completa autonomia per la hall e il giardino esterno del Prosperius, accolta dagli applausi scroscianti dei presenti, Tiziana con un pizzico di emozione ha raccontato la sua esperienza con Indego. “Grazie all'esoscheletro ho cambiato la mia prospettiva di vita, sono tornata di nuovo in piedi, a guardare le persone negli occhi, come dico io, a riveder e stelle – ha detto – La vita ha sempre qualcosa da offrirci, anche nelle situazioni più difficili, ed io grazie ad Indego ho saputo reinventarmi ed ora sono pronta ad accettare nuove sfide”.

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