Lignani Marchesani presenta un' interrogazione al sindaco Bacchetta per riportare il lascito Franchetti a Città di Castello

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12 Luglio 2017

“Il lascito Franchetti deve essere riportato immediatamente a Città di Castello”. Lo ha chiesto il capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea Lignani Marchesani con l’interrogazione presentata al sindaco Luciano Bacchetta nell’ultimo consiglio comunale (lunedì 10 luglio).

Nel documento l’esponente di opposizione sollecita l’amministrazione a chiarire “dove siano stati trasferiti gli arredi e il mobilio del lascito Franchetti, un tempo presente a Solomeo, e perché in vista del centenario della morte del Barone non abbia colto l'occasione per riportare il tutto a Città di Castello. E’ indispensabile che venga fatta piena chiarezza sull’attuale collocazione di mobilia, arredi e suppellettili che si trovavano a Villa Montesca e a Rovigliano, “per anni dimenticate in un magazzino della Regione a Solomeo, ora rientrato nella disponibilità dell'impresa Cucinelli che ne era proprietaria, con la conseguenza che il patrimonio è stato spostato a Foligno senza rientrare a Città di Castello, nelle pubbliche proprietà di via Sant'Antonio o, alternativamente, di Villa Montesca, per dare fruibilità esterna anche a questa parte dell’eredità”. Michele Bettarelli, vicesindaco e assessore alla Cultura, ha precisato che “il Centenario inizia il 4 novembre e Lignani ha centrato il punto. Riportare il mobilio è uno degli obiettivi.

Sono già a Città di Castello 2100 volumi, sistemati nella biblioteca come all’epoca dei baroni. Altri beni sono già stati trasferiti, tra cui il calesse, l’archivio è in dirittura d’arrivo. Il patrimonio è vasto e il lavoro impegnativo. Nel 1980 buona parte del mobilio è scomparso. Di quello che c’è rimasto, con la Regione, Tela Umbra, Fondazione Villa Montesca, bisogna capire che cosa sia di rilevante per valorizzarlo al meglio”. Lignani si è detto parzialmente soddisfatto: “Città di Castello in questa vicenda non ha esercitato un ruolo. Ci sono state intromissioni da parte di Tela Umbra, che si è mossa come se fosse l’unico erede.

Lo spostamento a Foligno è irrituale. C’è poi Rovigliano: se dobbiamo lasciarla in degrado, meglio darla ad un privato. Il Centenario è un’occasione da perseguire ma celebrare persone che si suicidano non è il massimo. Caporetto è stata una causa laterale, anche perché presto recuperata come onta nazionale. Il barone aveva un quadro critico complessivo. Non magnifichiamo i suicidi”. Bettarelli su Rovigliano ha detto “Abbiamo fatto un sopralluogo con il presidente del Consiglio comunale, c’è un grande lavoro da fare. La proprietà è della Regione Umbria. La prima opzione è valorizzarla per la sua destinazione originaria come scuola”.

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