Il viaggio verso le scuole di Arezzo: "Un incubo". Il racconto fra disagi e timori

di:
10 Novembre 2021

Autobus che non rispettano gli orari, mezzi che non passano, difficoltà nell’acquistare i biglietti. Sono solamente alcuni dei problemi che hanno evidenziato un gruppo di genitori “i cui figli si recano quotidianamente ad Arezzo per frequentare un istituto superiore”. A descrivere il calvario che ogni giorno sono costretti ad affrontare, sono le madri e i padri dei ragazzi, che hanno deciso di studiare in Toscana. “Ecco cosa accade quando un ragazzo decide di andare a scuola ad Arezzo ma abita a Città di Castello – hanno scritto - Partiamo dai biglietti che non si trovano se non a San Giustino, Lama o Sansepolcro: nel comune tifernate è quasi impossibile reperirli. Già è un disagio poter comperare il titolo di viaggio, non vogliamo menzionare quando anno scorso sotto lockdown, quando non si poteva viaggiare tra comuni cosa è accaduto. Il fatto di dover comperare singoli biglietti e non un abbonamento perchè, come si vedrà, manca il servizio. Inoltre, spesso, il biglietto per una ragione oscura non può essere obliterato nel pullman ma l’utente deve scrivere con la propria penna il suo ingresso nel biglietto, una volta salito a bordo”. Ma non è l’unico disagio, anzi. “Per arrivare a destinazione, ovvero o casa o a scuola, i figli devono scendere a Le Ville, frazione del comune di Monterchi, e aspettare la coincidenza – hanno spiegato - il più delle volte il bus che arriva è pieno e quindi il viaggio è in piedi. Alla faccia del distanziamento e delle regole anti contagio Covid, oltre al rispetto della sicurezza stradale”. MA ci sono anche delle giornate in cui “il pullman, letteralmente, non passa: così un gruppo di pendolari minorenni rimane a piedi: così noi genitori dobbiamo armarci di santa pazienza, liberarci, chiedere ore di permessi per andare a prendere i figli”. Inoltre i genitori lamentano anche gli oltre 600 euro del costo dell’abbonamento “per avere un disservizio”.

Tags