Il vescovo Paolucci Bedini accolto a Città di Castello

“Pastorale segno di responsabilità”. Il saluto dei sindaci e del predecessore

di:
19 Giugno 2022
Monsignor Cancian e monsignor Paolucci Bedini

Il passaggio del Pastorale tra monsignor Cancian e monsignor Paolucci Bedini

Il nuovo vescovo Luciano Paolucci Bedini ha fatto ieri sera il suo ingresso a Città di Castello. Il prelato ha raggiunto il capoluogo tifernate in pellegrinaggio lungo la via di Francesco partendo da Gubbio, sede della diocesi che guidava già in precedenza, ora unita a quella Città di Castello in persona episcopi.

In Piazza Gabriotti, alla presenza del sindaco della stessa città eugubina, monsignor Paolucci è stato accolto dai primi cittadini di tutti i comuni della diocesi, a nome dei quali ha preso la parola il sindaco di Città di Castello Luca Secondi: “Il dono del suo arrivo – ha detto tra l'altro – è un privilegio per l'intera nostra composita comunità locale, nella quale da sempre la materialità del vivere quotidiano si è intrecciata fortemente con la vita religiosa e spirituale, dando vita a un territorio molto coeso e capace di produrre integrazione e di generare dialogo, com'è già accaduto con il suo predecessore monsignor Domenico Cancian”.

Il nuovo vescovo ha rivolto il suo saluto ai sindaci assicurando “la mia presenza e la mia disponibilità per conoscere e affrontare insieme le questioni che riguardano il bene e la dignità della nostra gente, nel rispetto degli ambiti peculiari di ciascuna istituzione, ma nella decisa volontà di non lasciare nessuno da solo o indietro”.

Saluto monsignor Paolucci Bedini ai sindaci
Il saluto di monsignor Paolucci Bedini ai sindaci

All'ingresso in Cattedrale per la prima celebrazione, monsignor Paolucci Bedini è stato accolto dalle parole del predecessore: “Dopo 15 anni dalla mia nomina a vescovo della Chiesa tifernate – ha detto Cancian – con grande stima, fiducia e profonda amicizia oggi, nella solennità del Corpus Domini, ti consegno il pastorale con il quale salirai nella cattedra di San Florido. L’abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon pastore. A nome di tutta la Chiesa ti ringrazio e benedico per avere obbedito al Signore con umiltà e generosità”.

Durante l'omelia, il nuovo vescovo di Città di Castello ha sottolineato tra l'altro che “il Pastorale che passa da una mano ad un’altra non è un segno di potere, non segna una presa di possesso, ma la responsabilità di una guida e la presa in cura di tanti fratelli e sorelle, con il timore che questo porta con sé. E non a nome nostro, ma solo in nome di Gesù, unico vero e buon pastore di noi tutti”.

(A questo link è possibile rivedere l'intera celebrazione)

Tags

Abstract
“Pastorale segno di responsabilità”. Il saluto dei sindaci e del predecessore