Il prossimo 6 marzo andrà all'asta a Londra Ferro T, l'opera creata da Alberto Burri nel 1959

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23 Febbraio 2018

Riparte a pieni giri il nuovo anno delle aste internazionali di arte contemporanea e subito le due più importanti case d’aste del mondo, Sotheby’s e Christie’s, calano i propri “assi” proponendo opere importantissime, in una prima fase della stagione dove soltanto nel giro di tre giorni su Londra verranno presentate ben 30 opere di Pablo Picasso.

Il 6 marzo Christie’s si presenta a Londra con un’asta eccezionalmente ricca e dove oltre a pezzi importantissimi di Lucio Fontana, Cy Twombly, Andy Warhol, Basquiat e tantissimi altri grandi artisti internazionali, propone anche un fenomenale Ferro (Ferro T) creato da Alberto Burri nel 1959. Si tratta di un’opera di grandi dimensioni (150×140 cm) con una provenienza estremamente intrigante (Galleria Marlborough Roma, Galleria Blu Milano, Gian Enzo Sperone New York più altri collezionisti privati), un grande ferro di incredibile impatto visivo, drammaticamente povero, geometricamente vivo e perfetto. Presentata dalla casa d’aste londinese con una stima ambiziosa compresa tra i 3,4 e i 5,7 milioni di euro, gli esperti di Christie’s puntano decisamente a tentare il record assoluto per questa tipologia di opere di Burri, basti pensare che nella storia cinquantennale delle aste mondiali sono state presentate in asta solo 9 volte opere appartenenti a questo ciclo creativo e molte di piccole dimensioni e con risultati molto al di sotto della stima presentata oggi.

Il tipo di stima appare poi estremamente coraggiosa anche perché proprio quest’opera venne presentata nell’ottobre del 1999 dalla concorrente Sotheby’s nell’asta “XX Century Italian Art” e pur indicando una stima compresa tra i 185 e i 230 mila euro l’opera andò addirittura invenduta! Molto tempo è passato e diverso è l’umore attorno alle opere del Maestro di Città di Castello, non credo quindi nella follia degli esperti di Christie’s, credo invece che quest’opera potrebbe riservare sorprese importanti, inaspettate. Credo che ci siano le condizioni per superare la stima massima, perché poche sono le opere di questo genere e sono anche estremamente rare sul mercato specialmente di queste dimensioni. Un’opera del genere, a parere mio, potrebbe veleggiare tranquillamente tra i 6 e i 7 milioni di euro, arricchendo il patrimonio e la collezione del futuro compratore. Vedremo cosa succederà il 6 marzo prossimo.

Sandro Renghi

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