Il fallimento di Supermaglia, atto burocratico dovuto.

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18 Novembre 2019

Adesso è ufficiale: l’azienda Supermaglia di Sansepolcro è definitivamente fallita. Era l’ultima impresa superstite della vicenda imprenditoriale iniziata a fine anni ’40 dalla famiglia Conti. La relativa dichiarazione di fallimento a firma del giudice Michela Grillo è già pubblicata sullo specifico portale di Arezzo con data 14 novembre. L’udienza sull’argomento è programmata per il 12 marzo prossimo. L’iter per la liquidazione aziendale era cominciato nel luglio scorso e aveva siglato con un segno negativo un’annata partita con la speranza di salvare la ditta, ma conclusasi molto diversamente per la fabbrica tessile di Sansepolcro, che contava allora un’ottantina di unità lavorative ma che nel  passato aveva dato lavoro a circa duecento persone. La procedura di fallimento di Supermaglia ora potrebbe creare problemi ai creditori, che nelle loro file contano anche varie PMI del territorio. Ma gli ex dipendenti non si sono rassegnati e hanno chiesto alla Procura di Arezzo di fare chiarezza sulle varie fasi del percorso. C’è soprattutto un aspetto sul quale i lavoratori chiedono sia fatta luce: Cose di Lana deteneva il 100% delle quote di Supermaglia, che sborsò preventivamente 911mila euro a garanzia degli stipendi arretrati ai dipendenti e per altre incombenze, diventando così creditrice della cifra in questione, che era stata inserita nel passivo di cose di Lana. Ora i lavoratori chiedono dove siano finiti questi soldi.

 

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