Giovane coppia di Umbertide fa una donazione al centro anziani per l'acquisto di bambole reborn utili per la Doll Therapy

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22 Gennaio 2020
L’Alzheimer è una delle patologie più diffuse e devastanti, esso si combatte anche attraverso le donazioni di privati che hanno a cuore il problema degli anziani che ne sono affetti. È il caso di una giovane coppia umbertidese, Anna Giulia e Andrea che in occasione del battesimo del piccolo Gregorio, hanno voluto destinare una congrua somma alla Residenza Anziani “Balducci”.
Ne danno notizia la presidente Chiara Ciarapica ed il Consiglio di amministrazione della struttura di via dei Patrioti, che hanno specificato che quanto donato verrà utilizzato per l‘acquisto di “Bambole reborn” che, per le loro caratteristiche, si sono rivelate particolarmente utili nell’applicazione della “Doll Therapy”, terapia della bambola, sviluppata in Svezia verso la fine degli anni ’90, che si rifà alla Teoria dell’attaccamento dello psicologo inglese John Bowley.
Costruite con grande cura da esperti artigiani, per assomigliare il più possibile a bambini veri, le “Bambole reborn” sono utilizzate a supporto della terapia farmacologica (purtroppo limitatamente efficace) nel trattamento degli anziani con grave decadimento cognitivo e con disturbi comportamentali, che se ne prendono cura, seguendo un attento protocollo terapeutico.
La bambola “Empathy doll” si trasforma così da semplice giocattolo a strumento terapeutico: grazie alle sue caratteristiche particolari (distribuzione del peso, dimensioni, tessuto morbido, sguardo, capelli sbarazzini, posizione di braccia e gambe, dimensioni e tratti somatici) diventando una risorsa nell’affrontare alcune situazioni problematiche che possono presentarsi durante il decorso della malattia.
Studi recenti hanno infatti dimostrato un miglioramento nella dimensione affettiva e relazionale, attaccamento/accadimento, nella dimensione attentiva, nel comportamento di esplorazione ed un potenziamento della capacità di relazione con il mondo circostante.
Dati confortanti che aprono uno spiraglio sula concreta possibilità di attenuare quei sintomi che impattano notevolmente con il benessere e la qualità di vita del soggetto e di chi gli sta accanto.

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