Giornata Mondiale della Prematurità: insieme per la cura dei più piccoli

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16 Novembre 2021

Ogni anno Il 17 novembre il mondo si illumina di viola, giorno in cui si rinnova l’appuntamento con la Giornata Mondiale della Prematurità In Italia nascono ogni anno oltre 30 mila prematuri (il 7% del totale), cioè bambini che vengono al mondo prima della 37a settimana di età gestazionale (Fonte CeDAP 2017), dato che non sembra essersi modificato significativamente ad eccezione delle donne in gravidanza che hanno contratto il Sars-Cov-2, in cui la prematurità ha avuto un’impennata, con il 19.7% di nascite pretermine, come è emerso dal Registro nazionale Covid-19 istituito dalla Società Italiana di Neonatologia (dati al 27 luglio 2020).

I piccoli prematuri sono bambini fragili, bisognosi di cure, ma allo stesso tempo sono dei grandi guerrieri. La società italiana di neonatologia e le associazioni vicine ai reparti di neonatologia hanno inviato la richiesta congiunta ai Comuni d’Italia affinchè illuminino monumenti e piazze di viola, il colore simbolo della giornata.

 

Questa luce che si accende sui alcuni monumenti delle città e sugli ospedali che hanno al loro interno una Terapia Intensiva Neonatale ha un importante compito: quello di portare a conoscenza, sensibilizzare ed informare sulla prevenzione del parto pretermine, sulla nascita prematura e sul percorso di crescita dei bambini che alla nascita sono ricoverati in un reparto di cure intensive. Nella Asl Toscana sud est sono in programma varie iniziative per celebrare questa giornata.

“I temi delle cure amiche, del contatto pelle a pelle e della promozione dell’allattamento materno sono di attualità anche nell’ambito della prematurità quali fattori di salute neonatale sempre più affermati, dichiara Flavio Civitelli Direttore del Dipartimento Materno Infantile della Asl. Le buone pratiche e la costante formazione sul campo del personale medico, infermieristico e ostetrico garantiscono il meglio possibile in termini di percorsi assistenziali per limitare il distacco tra il neonato, anche prematuro, e la madre.”

Ad Arezzo verranno illuminati di viola l'ingresso dell'ospedale San Donato, grazie al contributo del “Comitato Aretino Neonatologia APS”, che da anni sostiene l’attività della Terapia Intensiva Neonatale con la donazione di importanti strumenti di cura, e, con la collaborazione del Comune, anche la statua dedicata a Guido Monaco nella centralissima ed omonima piazza. I reparti di neonatologia verranno decorati con piccoli cuori viola, donati dalla società italiana di Neonatologia, quale simbolo della giornata, per dimostrare vicinanza ai nostri piccoli neonati ed ai loro genitori. L'Associazione Cuore di Maglia, che da sempre sostiene i reparti di neonatologia della Asl Toscana Sud Est, consegnerà cappellini e corredini viola per i piccoli ricoverati.

 

 

“Siamo certi che il lavoro di squadra che stiamo portando avanti insieme neonatologi, infermieri e genitori, afferma la dottoressa Letizia Magi responsabile U.O.S.D. Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale ospedale San Donato, possa essere l’unica strada per migliorare le cure che garantiamo ai nostri piccoli neonati prematuri.” “Come Associazione di genitori sentiamo il dovere di sensibilizzazione i nostri concittadini sul tema della prematurità e delle cure neonatali. Il periodo di ospedalizzazione è una condizione delicata che impatta tutta la famiglia e quando arriva il momento di tornare a casa c’è bisogno del sostegno di tutta la comunità”, spiega Anna Cerea membro del consiglio direttivo del Comitato Aretino di Neonatologia.

“Ringraziamo il Comune e la Usl che hanno deciso di illuminare di viola la statua di Guido Monaco di e l’Ospedale San Donato aiutandoci a ricordare questa giornata così importante per i piccoli guerrieri, le loro famiglie e lo staff medico e infermieristico che se ne prende cura quotidianamente.” Il 20 novembre, inoltre, è in programma l’annuale convegno aziendale sulla prematurità rivolto agli operatori, quest'anno il convegno si svolgerà presso l'Ospedale di Campostaggia a Poggibonsi.

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