"Dream Team", quando la disabilità si trasforma in vera opportunità

Il progetto di agricoltura sociale sperimentato con successo dalla cooperativa "La Rondine"

26 Marzo 2023
Rondine

Dal 1988 la cooperativa “La Rondine” di Città di Castello si occupa di numerose attività nel campo socio-assistenziale, sanitario ed educativo attraverso servizi rivolti principalmente ai giovani e alle fasce più deboli della popolazione. Fra i tanti progetti messi in campo dalla cooperativa guidata dal presidente Luciano Veschi ce n’è uno particolarmente interessante e degno di nota per le sue caratteristiche e peculiarità, uno di quei progetti che ha saputo trasformare gli apparenti limiti in vere opportunità di vita. Si chiama “Dream Team”, progetto sperimentale di agricoltura sociale nato con l’obiettivo di agevolare l’inclusione delle persone affette da disabilità nel mondo del lavoro. Abbiamo approfondito l’argomento assieme al presidente Veschi.

Avete dato vita al progetto “Dream Team”: di cosa si tratta?

L’idea di “Dream Team” proviene dall’esperienza che abbiamo voluto iniziare nel 2015 con “ La Rondine Maccarello”, cooperativa satellite nata con lo scopo di agevolare e facilitare l’inclusione delle persone affette da disabilità nell’ambiente lavorativo. Abbiamo pensato, perciò, di costituire un’azienda agricola in località Maccarello proprio perché l’agricoltura facilita la condivisione e il confronto fra le persone, è una vera lezione di vita. A “La Rondine Maccarello” produciamo agricoltura biologica, i nostri ragazzi si occupano di vendere al mercato i prodotti della nostra terra che vengono impiegati anche dalle mense di Roma capitale. Ci occupiamo della coltivazione del luppolo, utilizzato per la produzione della nostra birra. Con il passare del tempo, abbiamo avuto la necessità di impiegare attivamente i ragazzi che, nel corso del tempo, sono stati formati con corsi specifici sull’agricoltura. In accordo con l’Associazione degli Agricoltori Umbri abbiamo pensato di cercare degli impieghi veri ai nostri ragazzi: abbiamo organizzato, così’, una vera squadra, il “Dream Team”, un gruppo di lavoro formato da sette ragazzi che offre alle aziende agricole e ai privati che ne fanno richiesta alcuni servizi come la raccolta di olive e frutti, la potatura e il giardinaggio. I ragazzi sono molto soddisfatti del lavoro che svolgono, si sentono appagati e felici. Fra l’altro, vengono impiegati attivamente con compensi, questa è una cosa molto importante e uno stimolo a far sempre meglio.

Che seguito ha avuto, ad oggi, questo progetto innovativo?

Nel nostro territorio ci sono tantissime aziende agricole e molte di queste hanno richiesto l’aiuto del nostro gruppo “Dream team” che spesso viene impiegato anche per qualche settimana in alcuni lavori come la raccolta delle olive o dei frutti. Questa attività è molto inclusiva, i ragazzi hanno modo di confrontarsi con altre realtà e altre persone, c’è uno scambio continuo e un arricchimento reciproco. È un progetto che sta andando benissimo, riceviamo tante chiamate e questo ci fa molto piacere, c’è grande attenzione e curiosità in quello che facciamo.

Con “Dream Team” avete favorito l’inclusione delle persone affette da disabilità nel mondo del lavoro garantendo loro diritti, dignità e gratificazione. Pensando ai vostri progetti, avete mai incontrato delle difficoltà ?

Spesso incontriamo difficoltà a livello burocratico, la maggior parte delle volte mancano leggi specifiche e adeguate, soprattutto in ambito di contribuzione. Bisognerebbe agevolare molto di più l’assunzione delle persone affette da disabilità, molte volte incontriamo tanti ostacoli sotto questo punto di vista. In 35 anni di presidenza de “La Rondine” posso dire che, purtroppo, è cambiato molto poco sotto questo punto di vista: il lavoro dà dignità alle persone, i più fragili avrebbero bisogno di più sicurezze e più certezze. Non si parla più di assistenza, ma di partecipazione e inclusione. Bisogna cominciare a lavorare pensando alle abilità delle persone e non più considerando la disabilità come limite. La società può considerarsi all’avanguardia soltanto se riesce a far fronte alle esigenze di tutti, soprattutto a quelle delle fasce più deboli.

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Il progetto di agricoltura sociale sperimentato con successo dalla cooperativa "La Rondine"