Dopo l'ordinanza che sancisce l'ex ospedale inagibile, i sindacati ne chiedono la messa in sicurezza, la ristrutturazione e il riutilizzo

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10 Agosto 2017

“Ora passiamo ai fatti: quello che si voleva scongiurare oggi è realtà”: è l’allarmante il titolo sotto il quale scorre una nota stampa a firma “l’alto tevere al lavoro”, che è il motto di  CGIL, CISL e UIL territoriali dell’Alta Umbria. I segretari dei tre sindacati confederali, Alessandro Piergentili, Antonello Paccavia e Pierfrancesco Egidi, esprimono tutta la loro preoccupazione per la situazione dell’ex ospedale di Città di Castello: in diverse occasioni Cgil, Cisl e Uil hanno sollevato il tema della risoluzione della problematica relativa alla fatiscente struttura settecentesca, situata fra l’altro nel cuore del bellissimo centro storico tifernate. Le organizzazioni sindacali già da tempo chiedono con forza che dalle dichiarazioni e dagli auspici si passi a fatti concreti. Oggi con l’ordinanza che sancisce "l’inagibilità dell’edificio" è sempre più necessario che si concretizzino gli impegni assunti e si determinino tempi, procedure e modalità: Cgil, Cisl e Uil territoriali nuovamente chiedono che per questa struttura così importante e significativa per Città di Castello si concretizzi in tempi rapidi il progetto di messa in sicurezza, ristrutturazione e riutilizzo. E’ quindi necessario accelerare tutte le procedure affinché ci sia un utilizzo delle risorse razionale ed efficiente. I sindacati confederali nel loro documento ribadiscono che ci possono essere le condizioni finanziarie per la sostenibilità del recupero e riutilizzo in tempi brevi. E questo può accadere grazie a vari strumenti a disposizione: le risorse del lascito Mariani, gli affitti risparmiati per la collocazione di servizi socio-sanitari svolti in diversi locali dispersi nel territorio, la  messa in sicurezza funzionale al recupero e riutilizzo, e ancora altre fonti anche private di intervento.

 

 

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