Diga di Montedoglio, slitta la sentenza al primo luglio

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21 Aprile 2021

Era attesa per ieri, ma alla fine è stata rinviata al primo luglio, la sentenza che dovrà stabilire le responsabilità del crollo dei conci del muro di sfioro della diga di Montedoglio che avvenne il 29 dicembre 2010.

L’invaso in quel giorni avrebbe dovuto superare un test importante: la tenuta a pieno regime, con 142 milioni di metri cubi d’acqua di portata massima, ma quella prova provocò il cedimento.

Nella mattina di ieri martedì 20 aprile, 11 anni dopo, a Firenze, era fissato il processo di appello che però non si è tenuto poichè il giudice ha preso atto dei contenuti della relazione di 60 pagine dei periti, quindi ha fatto scattare subito il rinvio di oltre due mesi.

A processo ci sono due imputati, che erano già stati assolti il 26 luglio 2018 poiché ritenuti estranei ai fatti: si tratta dell’ingegner Stefano Cola, tecnico dell’Ente Acque Umbre Toscane che si occupava del collaudo e dell’architetto Diego Zurli, che in quel periodo ricopriva il ruolo di direttore del medesimo ente.

Le responsabilità del cedimento sarebbero pertanto da ricercare verso chi progettò e costruì l’invaso tra il 1977 e il 1993. Nelle maglie del processo era stata creata anche una commissione di esperti, guidata dall’ingegner Enzo Boschi, a suo tempo presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che arrivò a una conclusione ben precisa: cemento e ferro di qualità scadente.

Alla luce di queste considerazioni si profila una conferma dell’assoluzione per l’ingegner Cola e per l’architetto Zurli.

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