Castello Cambia: "I Tifernati devono sapere come mai non hanno ancora una biblioteca"

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30 Ottobre 2017

"La vicenda dei lavori di ristrutturazione di Palazzo Vitelli a S. Giacomo  per l’allestimento della Biblioteca Comunale sta avendo un epilogo drammatico, dai risvolti giuridici che coinvolgono in pieno le amministrazioni, sia presente che passate, di questa città. Ci chiediamo come mai i cittadini siano stati tenuti accuratamente all’oscuro dei rilievi mossi dall’ANAC di Cantone, che con Delibera n.892 del 1 agosto 2017 ha ricostruito una incredibile vicenda di mala gestio della cosa pubblica e chiarito tutte le ombre riguardanti 16 anni di lavori di ristrutturazione, mai terminati, di un gioiello dell’ architettura cittadina. Nessun comunicato dell’amministrazione, sempre prodiga di notizie agiografiche, nessuna nota degli uffici stampa, nessun tempestivo articolo  ha informato i cittadini della situazione: evidentemente la notizia di invio alla Procura della Repubblica di tale delibera con tutte le contestazioni relative alle determinazioni e all’operato degli uffici di questa amministrazione, appare decisamente meno interessante del presenzialismo di Sindaco e assessori ad ogni, pur minima, circostanza. Incredibilmente, discuteremo delle pesanti contestazioni dell’Autorità Anticorruzione, in sede di Consiglio comunale senza che sia uscita alcuna nota dell’assessorato competente, uno straccio di chiarimento e, magari, di assunzione di responsabilità per una vicenda dove la definizione  “procedura non conforme” è forse quella più usata, in relazione alla direzione dei lavori e all’operato del Responsabile Unico della Procedura in capo al dirigente comunale. Si legge, infatti, nelle corpose quindici pagine della Delibera, “relativamente all’affidamento diretto degli incarichi professionali di cui alla determina dirigenziale n. 687/2010,                                                                                                                    

 1-di ritenere la procedura adottata non conforme all’art. 91, co. 1, del d.lgs. 163/2006, trattandosi di incarichi aventi un importo complessivo superiore a € 100.000,00;                                                                     

2- di ritenere l’affidamento dell’incarico di direttore lavori a due soggetti distinti, nello specifico arch. Bacchi e arch. Sarteanesi, non conforme alle disposizioni di cui all’art. 130 del d.lgs. 163/2006 e all’art. 123 del d.p.r. 554/1999, e che, conseguentemente, anche la sottoscrizione dei verbali di sospensione e di ripresa dei lavori, nonché degli altri atti dell’appalto, ad opera di più soggetti in qualità di direttore lavori non sia conforme alle disposizioni di legge in materia;                                                                                        

   3-di rilevare carenze nell’operato della Direzione lavori e del Responsabile del procedimento in relazione all’attività di redazione delle perizie di variante;                                                                                                          

  4- di rilevare, altresì, una carente vigilanza da parte del Responsabile del procedimento in relazione al mancato rinnovo, per oltre un anno, da parte dell’ATI appaltatrice della polizza assicurativa”.       

    Pensa, codesta Amministrazione, di cavarsela con la Delibera di Giunta n.182 del 18/09, con cui semplicemente revoca gli incarichi ai Direttori dei lavori e al dirigente comunale? Noi chiediamo molto altro: si spieghino ai cittadini i motivi dei mancati controlli, delle continue varianti che hanno rallentato enormemente i lavori e generato aumenti di spesa, dell’assegnazione del medesimo incarico di Direttore dei lavori a DUE professionisti e non ad uno solo come dice la legge, delle carenze nelle perizie, definite da ANAC “generiche e tali da non consentire una verifica dei presupposti di necessità”. Si dica cosa si intende fare per recuperare  l’immobile e consegnare finalmente una biblioteca pubblica alla città che la aspetta da anni. Riteniamo inoltre, in attesa che sia fatta giustizia nelle sedi opportune, che l’Amministrazione  abbia il dovere di rivalersi, con richiesta dei danni, nei confronti del Dipendente comunale che ha operato in difformità dalla legge e che invii i rilievi dell’ANAC ai rispettivi Ordini professionali di appartenenza di tutti i professionisti coinvolti, per le verifiche del caso in merito al rispetto del Codice deontologico e che, dopo opportuna ricognizione, si revochino  immediatamente tutti gli eventuali incarichi assegnati a codeste persone, ai fini della tutela degli interessi comunali e della corretta gestione del bene pubblico. Crediamo che sia giunta l’ora di rivedere e ridefinire i criteri di affidamento di incarichi a professionisti esterni, secondo principi etici e di trasparenza: troppi professionisti giovani  e preparati restano fuori da ogni  progetto, a favore dei “soliti noti”.

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