Bullismo e cyberbullismo, l’EAN: “Dati preoccupanti”
Resi noti i risultati del progetto di ricerca Safer: “Crescita dei casi con la pandemia”
“Un numero elevatissimo che sfiora il 20% di ragazzi e ragazze ha sperimentato un attacco in rete, oltre il 30% dei ragazzi è stato oggetto di attacchi che possono essere configurati come bullismo”: emergono dati preoccupanti dal sondaggio svolto nell'ambito del progetto di ricerca Safer, finanziato dalla Commissione Europea -e coordinato dalla Fondazione Villa Montesca assieme a Giunti Editore e Dipartimento di Psicologia dell'Università di Firenze.
Si è parlato anche di questo nell’assemblea generale on line della Rete Europea Antibullismo EAN, il primo organismo europeo ad occuparsi esclusivamente di promozione di politiche per il contrasto del bullismo a scuola e nella comunità.
Nell’incontro svoltosi nei giorni scorsi Maria Rita Bracchini, responsabile dell’area di ricerca europea della Fondazione Hallagrten- Franchetti, ha fatto il punto circa l'attuazione del piano strategico per la promozione di politiche europee antibullismo. Bracchini ha sottolineato come il bullismo e la sua versione online, “cyberbullismo”, siano in crescita spaventosa anche a seguito della pandemia che ha senz'altro accentuato il fenomeno.
“Può la scuola contrastare questo problema?”. La risposta non è semplice ma senz'altro non può prescindere dalla disponibilità di strumenti giuridici nuovi e più sofisticati che vadano aldilà della semplice applicazione dei codici penali dei vari paesi europei. “La lotta al bullismo è affidata a strategie spesso inadeguate e limitate, con altrettanto inadeguate e limitate risorse economiche a disposizione” spiega Bracchini.