Sterminio greggi: per la Coldiretti aretina il rimborso dei danni non è la soluzione

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17 Aprile 2018

Le cronache locali e non solo riportano quotidianamente l’attenzione al problema ungulati: nella provincia di Arezzo ogni vallata è coinvolta. La Valtiberina da ultima ha visto la sede di un nuovo attacco al gregge nella zona di Montemercole. Tra pochi giorni scade il termine per presentare le domande relative ai danni subiti nel 2017, la scadenza fissata al 31 marzo è stata infatti prorogata al 30 aprile, ma le acque restano agitate. Il nuovo bando prevede indennizzi commisurati al valore degli animali uccisi e al costo delle cure di quelli feriti. Questi indennizzi non sono soggetti al regime “de minimis”, ossia al tetto dei 15.000 euro nel triennio. Di contro, non vengono considerate le ingenti perdite dovute alla riduzione di produzione (latte e carne) conseguenti agli attacchi dei predatori. E di questo parla la Coldiretti di Arezzo, secondo la quale “Il superamento del “de minimis” è un fatto importante, ma non basta”. Il fenomeno, tra l’altro, è delicatissimo perché non parliamo solo più di lupi, ma di ibridi. Ci sono degli esemplari che del lupo non hanno più nulla e che hanno raggiunto dimensioni di massa corporea elevata. Si avvicinano pericolosamente alle abitazioni, fatto insolito per un lupo e uccidono le pecore. E le imprese non possono più sostenere questa situazione: per la Coldiretti aretina il rimborso dei danni non è la soluzione. Vanno invece attivati interventi per ricostituire un equilibrio che negli ultimi anni è saltato. E dunque è necessaria una svolta nella gestione delle risorse per il ristoro dei danni da predazione, anche perché – dice ancora Coldiretti – “la salvaguardia del lupo come specie protetta non può essere un peso che deve portare sulle spalle il mondo agricolo”. Da qui la sollecitazione alla Regione Toscana a reperire ulteriori risorse di bilancio. Coldiretti ritiene necessario realizzare piani di contenimento e controllo di cani vaganti e ibridi lupo/cane attraverso la collaborazione con i diversi Corpi di polizia e con il coinvolgimento delle Prefetture, in considerazione dei rischi per la stessa sicurezza dei cittadini. La Regione Toscana dovrà rendersi parte attiva nei confronti del Governo e delle altre Regioni perché venga adottato il Piano di conservazione e gestione del lupo, con l’immediata applicazione di tutte le misure in esso originariamente previste e finalizzate a preservare la specie, evitando però che questa confligga con attività di allevamento e in generale con insediamenti umani, attraverso un riequilibrio della presenza del predatore sui diversi territori.

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