Eolico a Badia, Italia Nostra: “Ecomostro”

L’affondo: “Deturperà scorci tra i più suggestivi dell’Appennino”

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18 Gennaio 2023
La Gioconda intristita Italia Nostra

La Gioconda “intristita” dalle pale eoliche nella grafica di Italia Nostra

Italia Nostra, nota associazione per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale, ha preso una durissima posizione contro il progetto che prevede l’installazione di sette pale eoliche nel territorio comunale di Badia Tedalda.

Si tratta, si legge nell’intervento, di “un ecomostro che, deturperà l’Alta Valmarecchia e l’area dello storico Montefeltro che ospita scorci riconosciuti tra i più suggestivi dell’Appennino, quali i Balconi di Piero della Francesca e le morbide colline del paesaggio della Gioconda”.

Le sette turbine, alte 180 metri, con rotori di diametro pari a 136 metri inseriti su mozzo alto 112 metri, “una volta posizionate, supererebbero ampiamente i 1200 metri slm nonostante le disposizioni previste dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio che tutelano le zone appenniniche localizzate sopra questa quota”, afferma Italia Nostra, secondo cui “La vistosa alterazione del paesaggio sarebbe nettamente percepibile in Romagna nei comuni di Casteldelci (compreso il centro storico e l’antico borgo di Gattara), Pennabilli e Sant’Agata Feltria in provincia di Rimini, nonché nel comune di Verghereto in provincia di Forlì-Cesena e a Badia Tedalda (principalmente nella frazione di Rofelle), in provincia di Arezzo”.

La preoccupazione dell’associazione è che le pale “andrebbero ad impattare negativamente sul territorio, danneggiandone gli aspetti naturalistici e paesaggistici, limitando fortemente ogni prospettiva di sviluppo e valorizzazione territoriale (quali il turismo escursionistico e storico-culturale di cui si è registrato un forte aumento negli ultimi anni) con una netta svalutazione di tutto il patrimonio che ricade nel campo visivo di questi macchinari”.

Ancora, l’impatto si estenderebbe “all’inquinamento acustico, ai pericoli per la avifauna locale e ai danni al territorio, con l’abbattimento non compensabile di alberi e di specie arboree, causati dai mezzi di trasporto eccezionali per raggiungere i crinali nonché dall’innalzamento delle gigantesche torri e dal montaggio delle pale. In aggiunta, devono essere considerate le opere per la realizzazione delle fondazioni delle torri, per lo sbancamento del terreno e delle formazioni rocciose con allargamento delle strade e dei sentieri presenti, per le installazioni delle piazzole, per l’interramento dei cavidotti in un territorio notoriamente fragile e a rischio idrogeologico”.

Secondo Italia Nostra, invece, “agli impianti di produzione delle energie rinnovabili dovrebbero essere destinate superfici idonee secondo un piano regolatore nazionale, utilizzando zone dismesse e da riqualificare oppure superfici già edificate per installazioni di fotovoltaico compatibili con il territorio”.

Ecco quindi l’appello alla Regione Toscana, chiamata ad esprimersi in merito all’eventuale autorizzazione, affinché “tenga in debita considerazione gli impatti estremamente negativi sul Paesaggio e sul turismo anche dell’Alta Valmarecchia e della zona di Verghereto”.

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L’affondo: “Deturperà scorci tra i più suggestivi dell’Appennino”