Ecorally, in Belgio Guerrini e Prusak quinti in rimonta

Il valtiberino e il polacco non ripetono l’impresa delle Azzorre ma restano in scia ai leader iridati

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26 Maggio 2024
Guerrini-Prusak

Foto Sportmotors Management

L’Ardenne Roads Eco Rally, quest’anno inserito per la prima volta nel circuito del mondiale FIA, è riuscito a mettere in difficoltà tutti gli equipaggi di punta della disciplina: i campioni del mondo in carica Žďárský e Nábělek (Hyundai Kona) si sono dovuti accontentare del quarto posto, subito davanti alla coppia valtiberino-polacco composta da Guido Guerrini e Artur Prusak (Kia eNiro).

A vincere la settima delle dodici gare stagionali della Bridgestone FIA Ecorally Cup sono stati gli esperti belgi Decremer-Hugo (Volkswagen Id3), più volte affermatisi al Monte Carlo Historique, seguiti dai connazionali Mathoul-Lienne (Audi A8 E-Tron). Terzo il duo olandese-tedesco Visser-Kammerer (Polestar 2). Alle loro spalle, come detto, i due equipaggi che si stanno contendendo il campionato. Più indietro gli sloveni Špacapan-Kobal (ottavi su Hyundai Kona), gli italiani Modena-Pisani (noni su Polestar 2), i bulgari Dedikov-Dedikova (dodicesimi su Kia eNiro) e i francesi Fesquet-Muller (tredicesimi su Tesla Model 3).

Guerrini e Prusak, vincitori della precedente tappa portoghese, hanno dovuto fronteggiare problemi tecnici fin da prima della partenza, riuscendo comunque a risalire al settimo posto dal ventiseiesimo iniziale e a scalare poi ancora due posizioni grazie al coefficiente di minor consumo energetico. Il quarto posto di Žďárský e Nábělek ha poi permesso di limitare i danni, perdendo dalla coppia ceca solamente due punti.

Il distacco in classifica generale è salito così a 9,5 lunghezze quando mancano ancora 5 gare, che mettono in palio complessivamente 82,5 punti. Per l’equipaggio della scuderia altoatesina Autotest Motorsport il titolo iridato, sfuggito l’anno scorso per un punto, resta un obiettivo difficile ma non impossibile. Prossima tappa in Islanda nel secondo fine settimana di giugno.

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Il valtiberino e il polacco non ripetono l’impresa delle Azzorre ma restano in scia ai leader iridati