Un eco-viaggio in Svezia
Dove le auto elettriche e a biometano hanno una marcia in più
Sulla strada lungo il fiume Örama, nei pressi del Circolo polare artico
Con questo racconto prende il via la rubrica “Eco-viaggi”. Una serie di articoli descriverà come si può, già adesso, attraversare l'Europa utilizzando veicoli non alimentati con i carburanti tradizionali. L'attenzione sarà concentrata principalmente sul mondo della mobilità elettrica e su quello del biometano, spaziando anche su altri carburanti come metano tradizionale, gpl, etanolo, idrogeno e tecnologie ibride che mettono assieme più carburanti. Scriveremo di tutto quello che può essere utilizzato lungo le strade del vecchio continente al posto di benzina e gasolio. Vedremo punti di forza e debolezze dei sistemi di alimentazione di veicoli osservando anche le scelte che ogni singolo Stato sta facendo. Proveremo a capire se la mobilità senza o con pochissime emissioni è un lusso per pochi o una possibilità per tutti.
Seimila chilometri dal cuore dell'Italia a quello della Svezia
(in occasione della prima tappa della FIA Ecorally Cup 2023)
Östersund si trova nel centro geografico della Svezia, equidistante dal punto più meridionale del Paese e da quello più settentrionale, ma anche a metà strada tra il Golfo di Botnia e l'Oceano Atlantico. La città è capoluogo di contea e considerando che in cinquanta anni ha raddoppiato la propria popolazione, superando quota cinquantamila, è sicuramente anche un territorio con una buona qualità della vita. Vasti sono gli spazi per praticare sport invernali, come prestigiose sono le facoltà universitarie presenti, che permettono alla città di ospitare circa settemila studenti. Forse anche grazie alla presenza di molti giovani il centro cittadino pullula di locali con un'ottima qualità di offerta di ristorazione, dove non manca personale specializzato di origine italiana.
Secondo leggende e presunti avvistamenti, nel lago Storsjon che bagna Östersund vivrebbe lo Storsjöodjuret, un parente del mostro scozzese Nessie, con fattezze molto simili. La Svezia, come l'Italia, è attraversata da nord a sud dall'itinerario europeo E45 che collega la siciliana Gela con la cittadina norvegese Alta, a circa duecento chilometri da Capo Nord.
Proprio Östersund e la contea di Jamtland hanno ospitato la prima gara della stagione mondiale della FIA Ecorally Cup, il trofeo che la Federazione internazionale dell'automobile mette in palio in un campionato dove risultato sportivo ed efficienza energetica sono le specialità che assegnano la vittoria. L'Östersund Winter Ecorally è stata l'occasione per attraversare quasi tutta Europa in inverno con un’auto elettrica, esperimento che la scorsa estate avevamo fatto con un’auto a biometano.
Una nazione all’avanguardia in fatto di cultura ambientale
Con oltre dieci milioni di abitanti la Svezia è uno stato con popolazione doppia rispetto alle vicine Norvegia, Finlandia e Danimarca, tutte ferme tra i cinque e i sei milioni. È anche il più vasto tra gli stati scandinavi, con una grandezza una volta e mezzo quella dell'Italia. La politica di neutralità svedese ha permesso alla nazione di vivere oltre due secoli senza essere coinvolta in conflitti bellici. Fa parte dell'Unione Europea, ha aderito all'accordo di Schengen ma per il momento mantiene la propria valuta. La Corona svedese è molto rara da avvistare, avendo il Paese scelto da molti anni la modalità del pagamento elettronico su molti ambiti della propria quotidianità. In campo economico il modello svedese ha coniugato per decenni il sistema liberale con un attento sostegno sociale.
Il Paese possiede importanti risorse minerarie ed è sempre stato all'avanguardia sulle energie pulite, con una importante produzione idroelettrica, eolica e di biogas. La Svezia possiede centrali nucleari protagoniste di un quarantennale dibattito sul loro futuro. Al momento tra energia verde e quella atomica è a livello energetico una nazione autosufficiente in grado di vendere energia alle nazioni confinanti. Anche per questi aspetti è uno dei Paesi europei con il maggior utilizzo di veicoli elettrici e alimentati a biogas.
Il punto sulla mobilità eco tra Centro e Nord Europa
Fin da subito le nazioni scandinave furono tra le prime ad abbracciare l'arrivo dell'automobile elettrica. In Svezia le immatricolazioni, complici anche incentivi ora sospesi, sono arrivate a costituire un terzo del mercato. Non mancano le infrastrutture di ricarica, sia quella lenta che quella veloce, quest'ultima indispensabile per i lunghi viaggi. Da lodare la relativa semplicità di pagamento anche quando non si è in possesso di una carta convenzionata con il gestore della colonnina di ricarica. Praticamente ovunque è possibile registrarsi o pagare con carta di credito senza registrazioni. Il prezzo di una ricarica fast con Ionity, il principale network di stazioni di ricarica veloce, è di 8,70 corone svedesi a kWh, pari a circa 0,78 euro. Questo è il prezzo se non si è abbonati al servizio. Se invece si è clienti Ionity lo scenario è completamente diverso, dato che di fronte al pagamento di un canone mensile di 17,99 euro, il costo a kWh diventa 0,35 euro. Esistono poi abbonamenti ancora più economici in base alla casa automobilistica dell'automobile posseduta.
Una ricarica veloce ha una durata, nel nostro caso, di circa 45 minuti per “riempire” l'80% delle batterie quando arriviamo al luogo di rifornimento con un residuo del 5-10%. Aspettare tre quarti d'ora ogni tre ore di viaggio non è un grosso problema potendo approfittare per fare un pasto o semplicemente riposare, ma sia attraversando la Germania che lungo le strade svedesi ci è spesso capitato di aver trovato le colonnine tutte occupate e di essere la quarta o quinta auto in attesa, allungando i tempi. Questo in particolar modo attorno a Berlino e Stoccolma e anche in luoghi dove erano presenti otto o dodici punti di ricarica. Per stessa ammissione delle persone con cui abbiamo parlato aspettando il nostro turno di ricarica, è emerso come la Svezia abbia raggiunto un quantitativo di auto elettriche superiore alla momentanea capacità del Paese di garantire ricariche durante i lunghi viaggi. Anche per questo sono cessati gli incentivi all'acquisto in attesa di un rafforzamento delle infrastrutture in alcune zone del Paese.
Decisamente diverso l'approccio nei confronti del mondo del gas naturale, anzi del biometano, dato che tutte le circa 230 stazioni di rifornimento offrono il gas prodotto dai rifiuti completamente uguale a quello estratto dal sottosuolo. Questo è possibile grazie ad una decennale politica di differenziazione del rifiuto con tassi di recupero vicini al 100%, con una presenza capillare di impianti destinati alla trasformazione del rifiuto in energia. Come le colonnine elettriche, anche gli erogatori di biometano sono automatizzati con una modalità di pagamento molto facile. Il rifornimento è self-service e disponibile h24. La rete di distribuzione è ben segnalata e presente in tutta la Svezia fin quasi al Circolo polare artico. Presenti anche molti punti di rifornimento di lng, il metano allo stato liquido sempre più presente nel trasporto pesante. Abbiamo riscontrato una enorme differenza di prezzo tra le due stazioni di rifornimento nella stessa Östersund, dove il prezzo oscillava tra 19 e 45 corone al chilogrammo, rispettivamente 1,70 e 4 euro, con dinamiche simili a quelle in atto in Italia dove i prezzi risentono della instabilità del mercato nell'ultimo anno. A Stoccolma il prezzo medio è 30 corone, quindi circa 2,70 euro.
Come è noto l'Italia è la nazione con il maggior numero europeo di stazioni di rifornimento di gas naturale, con un recente aumento di quelle che offrono biometano. Nessun problema a reperire biogas neppure in Germania, che segue l'Italia nella classifica continentale di punti di erogazione di metano. A colonnine elettriche l'Italia è più indietro rispetto ai Paesi del Centro e Nord Europa, in particolare per quanto riguarda le ricariche veloci. In Germania non ci sono problemi a ricaricare in autostrada se non per la possibilità di trovare file in particolari orari. In sintesi l'asse europeo che collega l'Italia alla Scandinavia offre la possibilità di viaggiare sia con veicoli elettrici che con quelli a biometano, rendendo queste due modalità più convenienti, economiche ed ecologiche rispetto ai carburanti tradizionali.
Un ulteriore elemento che caratterizza la mobilità tra Centro Europa e Paesi scandinavi è la possibilità di poter sfruttare i collegamenti navali, seppure da qualche anno una rete di ponti a pedaggio permetta il collegamento via terra passando dalla Danimarca. I prezzi dei traghetti sono competitivi ed inferiori ai pedaggi, ma soprattutto permettono di notte di risparmiare chilometri spendendo l'equivalente di una notte in albergo. Ad ottimizzare il servizio anche il fatto che nelle ore di viaggio è possibile, pagando un supplemento dal costo accettabile, ricaricare l'auto elettrica a bordo della nave.
Prezzi a confronto
Un’auto come quella che abbiamo utilizzato nel viaggio invernale, una Kia e-Niro, ad una velocità media di 100 Km/h consuma circa 17 kWh per 100 chilometri. Di fatto con ricarica veloce Ionity circa 13,3 centesimi di euro a chilometro, mentre se si è abbonati al servizio il prezzo scende a circa 6 centesimi a chilometro. Il prezzo a chilometro percorso utilizzando biometano, sempre considerando un’auto di media cilindrata come la Seat Leon utilizzata in estate, è al momento estremamente variabile, con un minimo di 7 centesimi di euro fino ad un massimo di 16 eurocent con il prezzo della capitale sugli 0,11 euro al chilometro.
Il prezzo della benzina in Svezia, nella settimana del nostro viaggio, era circa 1,75 euro al litro e quindi il costo a chilometro per un modello di auto similare sarebbe stato tra gli 11 e 12 eurocent. Più alto il costo del diesel svedese e in particolar modo quello del gpl, rispettivamente poco sopra 2 euro e oltre 1,2 euro al litro. Per quanto riguarda il gpl il costo a chilometro è di circa 16 eurocent.
Con un’auto ibrida, forse oggi il miglior compromesso tra comodità di rifornimento e costi di percorrenza, si abbatterebbero ulteriormente i costi di un viaggio rispetto ad auto a benzina o a biometano. L'effetto sarebbe però maggiore su percorsi urbani, mentre l'incidenza su un lungo viaggio a velocità elevate è inferiore.
Alla magica domanda su quale sia il mezzo di trasporto che consenta il maggior risparmio ad oggi non può esserci una risposta assoluta: dipende molto dal tipo di viaggio, dalla disponibilità di carburanti ed energie, dalla volubilità dei mercati e perfino dallo stile di guida. Concludendo, almeno sull'asse stradale dall'Italia alla Scandinavia sia l'elettrico che il metano/biometano assicurano importanti risparmi rispetto a benzina e gasolio, meglio se uniti al trasporto navale laddove il mare permette di risparmiare denaro, tempo e chilometri.