Carne di razza Chianina: vendite scese del 20% nell’ultimo anno
Interrogazione in Regione del consigliere Marco Casucci sulla riapertura del centro di selezione di Ponte Presale, dove in questo fine settimana si tiene l’annuale mostra dei bovini
Sono calate del 20%, nell’ultimo anno, le vendite della pregiata carne prodotta dai bovini di razza Chianina e allora c’è chi ha deciso di intervenire anche in sede istituzionale. Il vicepresidente del consiglio regionale della Toscana, Marco Casucci, ha infatti presentato una mozione che verrà discussa e votata, nella quale chiederà la riapertura del centro di selezione genetica e moltiplicazione per ciò che riguarda la femmina del bovino, ubicato all’interno del complesso zootecnico “Silvio Datti” a Ponte Presale di Sestino. Casucci ha fatto proprie le problematiche degli allevatori, ricordando la crisi che stanno attraversando e che è stata denunciata anche dalle associazioni di categoria.
“Più fattori stanno incidendo sulla commercializzazione di questa carne, che ha visto scendere il suo prezzo medio nonostante l’elevata qualità – ha sottolineato il consigliere regionale – e la mancata vendita implica in automatico un aumento della permanenza in stalla dei vitelli, il che genera una ulteriore lievitazione dei costi di gestione, tale da mettere in forte dubbio la sopravvivenza delle aziende”. Il prezzo medio, che si aggirava sugli 8,50 euro al chilo, è sceso a 7,50 e in qualche caso tocca persino i 7 e i 6 euro, con il trend che al momento non si inverte. Quella della provincia di Arezzo è il territorio nel quale si concentra la maggior parte degli allevamenti di Chianina, con le principali ripartizioni in Valdichiana e in Valtiberina: in quest’ultimo comprensorio sono presenti oltre 4600 dei 15mila capi allevati – siamo quindi a un terzo del totale – nelle 84 realtà imprenditoriali dislocate fra i sette Comuni, con quelli montani di Badia Tedalda e di Sestino che occupano la fetta principale.
Gli animali vivono al pascolo per la maggior parte dell’anno, quindi siamo davanti a un criterio biologico di fatto e l’attività della zootecnia, oltre a essere la più importante risorsa economica dei due paesi montani, garantisce anche il presidio di un versante altrimenti destinato allo spopolamento e all’abbandono, con conseguenti rischi dal punto di vista della stabilità idrogeologica. Il centro di Ponte Presale è stato il primo in ambito nazionale per le femmine di razza Chianina; inaugurato nel dicembre del 2006 e destinato al miglioramento genetico, adesso non è più in funzione. “La sua riapertura – conclude Casucci – potrebbe contribuire a una ulteriore valorizzazione degli allevamenti”.
Tutti argomenti oggetto di dibattito in questo fine settimana (sabato 28 e domenica 29 settembre) a Ponte Presale, dove torna l’annuale appuntamento con la mostra nazionale dei bovini di razza Chianina allo stato semibrado e a stabulazione libera, iscritti al libro genealogico, giunta alla 23esima edizione, con annessa l’Antica Fiera del Ranco. Il vicepresidente del consiglio regionale, Marco Casucci, interverrà sabato 28 all’importante incontro organizzato dall’associazione regionale degli allevatori della Toscana, che analizzerà le sfide e le prospettive per il futuro della zootecnia regionale. “Una tematica sicuramente rilevante – ha scritto Casucci in un post su Facebook - che deve vedere le istituzioni a fianco degli addetti ai lavori, alle prese con varie problematiche. È proprio tramite iniziative di questo genere, promosse nell’ambito della mostra nazionale dedicata alla Chianina, che si possono individuare le giuste azioni da programmare per il bene del settore”.