Badia Tedalda e Sestino: più motivi a supporto dell’insostenibilità dei parchi eolici
Intanto, a Firenze è slittata la data della conferenza di servizi perché la Toscana non ha ancora una posizione univoca. Ferma contrarietà sugli altri fronti
Pale eoliche nel comune di Badia Tedalda (repertorio)
Rinviata a data da stabilire la conferenza dei servizi in sede di Regione Toscana per l’impianto eolico “Badia del Vento”, quello che prevede le sette pale alte quasi 200 metri posizionate in territorio toscano (Comune di Badia Tedalda) ma al confine con l’Emilia Romagna. Non si è formata una posizione univoca della Regione per la pronuncia della valutazione di impatto ambientale: questa la motivazione riportata nella nota della direzione “tutela dell’ambiente ed energia”, ma nel frattempo erano arrivate ulteriori osservazioni e contributi tecnici che evidenziano l’insostenibilità di impianti eolici di proporzioni enormi sui fragili crinali dell’alta Valmarecchia e Valtiberina. Su questo, il comitato Appennino Sostenibile – che è contrario all’insediamento dei parchi eolici in questa zona – ha raccolto le varie prese di posizione che giustificano l’insostenibilità di una soluzione del genere e che adesso riportiamo di seguito.
Insostenibile per le aree naturali protette: a dirlo è la stessa Direzione della tutela dell’ambiente della Regione Toscana, la quale conclude il proprio contributo istruttorio evidenziando che persistono "elementi di dubbio sull’assenza di incidenze negative significative sull’integrità dei Siti Natura 2000 … e su specie di interesse per la conservazione caratterizzanti …". Dello stesso parere anche il Parco interregionale del Sasso Simone e Simoncello, che evidenzia "gli impatti e le incidenze quantomeno significative del progetto… considerato che l’area dell’impianto, per le sue caratteristiche strutturali, è frequentata per alimentazione da individui di Aquila reale, Biancone, Falco pecchiaiolo, Albanella minore…oltre che da Chirotteri…".
Insostenibile per la Regione Emilia Romagna, che conclude il proprio contributo istruttorio confermando il parere non favorevole poiché: "i) non vengono superate le criticità in merito alla coerenza con gli strumenti di pianificazione territoriale regionale e l’idoneità delle aree per l’installazione di impianti eolici; ii) permane una significativa interferenza con il profilo del crinale, dei coni visuali e dei punti di vista; iii) risultano potenziali effetti negativi e significativi del progetto sulle componenti ambientali (paesaggio, avifauna, chirotterofauna e rumore)".
Insostenibile per la Provincia di Rimini, che ancora una volta evidenzia come "il progetto proposto altera negativamente e irrimediabilmente l’assetto paesaggistico, naturalistico e geomorfologico" così come per la Provincia di Forlì e Cesena che per analoghe motivazioni ribadisce il parere di incompatibilità.
Insostenibile per il Ministero dei Beni culturali, che attraverso le due soprintendenze romagnola e toscana, hanno confermano in più sedute i propri giudizi di incompatibilità rispetto le ragioni di tutela dei beni monumentali e del paesaggio nel conteso di altissimo pregio dell’alta Valmarecchia e della Valtiberina.
Insostenibile per l’Unione dei Comuni della Valmarecchia, che in una dettagliata nota richiama l’inadeguatezza del progetto "sia all’esito della disamina della normativa sulle aree idonee/non idonee, sia soprattutto per la conclamata vulnerabilità del sito, ricompreso in zona di dissesto idrogeologico e di frane attive e quiescenti … e pertanto oggettivamente inadatto ad accogliere infrastrutture imponenti e pesanti". Insostenibile e incompatibile "con le risorse naturalistiche, paesaggistiche e storico-artistiche del luogo, ed in particolare del territorio dei Comuni riminesi (Casteldelci a pochi metri, ma anche Pennabilli e Sant’Agata Feltria) che da anni e con enormi sforzi, stanno investendo sulla valorizzazione e preservazione di queste ricchezze per lo sviluppo anche turistico dei territori e la tenuta della comunità".
Insostenibile per il Comune di Casteldelci che nel proprio contributo evidenzia ancora una volta "il rischio di dissesto idrogeologico per via dell’installazione degli aerogeneratori in zone prospicenti dissesti" richiamando l’alluvione di maggio 2023 dove sono stati registrati ben 113 movimenti franosi, considerando solamente alcuni dei Comuni più vicini alle zone in cui è prevista l’installazione di “Badia del Vento” e per questo invoca il principio di precazione coinvolgendo addirittura il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Insostenibile dal punto di vista tecnico-legale, come ben evidenziato da esperti dello studio Legale Boldrini di Rimini, incaricato dal Comune di Casteldelci, che fornisce un lungo e dettagliato resoconto sulla normativa vigente e sulla giurisprudenza in materia, evidenziando i molteplici profili di illegittimità di “Badia del Vento” anche in relazione allo studio sulla ventosità che è stato secretato dalla Regione Toscana dietro richiesta del Proponente.
Insostenibile per le principali associazioni ambientaliste, culturali, di tutela del paesaggio che hanno pubblicato molteplici osservazioni. Insostenibile per il mondo politico bipartisan, per la Confcommercio e per l’Associazione albergatori di Rimini, per il mondo della cultura e dell’università che si sono ripetutamente spesi in comunicati stampa e in lettere aperte alle istituzioni.
Il comitato Appennino Sostenibile giunge quindi alla conclusione: che cosa va ancora detto e che cosa va ancora dimostrato per far sì che il buon senso possa guidare la scelta della Regione Toscana? Si deciderà di sventrare le montagne da crateri destinati a fondazioni imponenti di cemento armato, sulle quali far svettare quei grattacieli d’acciaio funzionali a produrre milioni di euro di incentivi ed energia che ciecamente e ostinatamente si vuole chiamare “pulita”? Oppure si deciderà di adottare i principi di salvaguardia degli ecosistemi e delle ragioni identitarie di luoghi così preziosi per quanto fragili? Alla Regione Toscana le nostre “magnifiche sorti e progressive”.
Sestino si schiera contro il progetto
Nel frattempo, anche Sestino ha detto “no” al progetto eolico che la interessa più da vicino. Con una recente delibera di giunta, Sestino si schiera pubblicamente contro una operazione che non porta vantaggi alla comunità e – anzi! - deteriora le sue caratteristiche ambientali, storiche e produttive. Questa politica, che passa come “energia pulita” e dovrebbe essere positivamente vista, per Sestino (e non solo) appare come una snervante battaglia contro realtà che dovrebbero sottomettersi silenziosamente, data la loro ininfluenza su larga scala. Al contrario, occorre che passi il messaggio che questi luoghi non sono luoghi abbandonati e quindi colonizzabili – si legge - ma luoghi con ancora dei custodi vivi e vegeti, che li amano e li proteggono.
La delibera di giunta numero 35 elenca infatti i progetti di parchi eolici che interesseranno il suo territorio: “Poggio delle Campane”, “Sestino” ed “Energia Monte Petralta”. Anche per la realizzazione di queste megastrutture le turbative sul territorio e la viabilità sarebbero notevoli. Si ricorda ancora - nella delibera di Giunta - che altra importante interferenza è costituita dal costruendo “metanodotto Foligno-Sestino” e “metanodotto Sestino-Minerbio”. Viene ribadito anche che “il Comune di Sestino - si legge in delibera – ha voluto coinvolgere anche la popolazione e chiari sono i documenti che si allegano alla presente e le sottoscrizioni nelle quali i nostri cittadini hanno espresso un deciso parere contrario ai progetti dei parchi eolici, sopra ricordati”.
In una lettera di un gruppo di cittadini, inviata oltre che al sindaco Franco Dori, al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, al Soprintendente delle Province di Siena-Grosseto-Arezzo, Gabriele Nannetti e al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, si chiede anche un pubblico incontro da parte dei responsabili dei vari progetti eolici con le popolazioni dei territori interessati e che - per ovvie ragioni - ogni operazione venga rimandata a dopo la prossima tornata elettorale. La delibera enumera le conseguenze negative sulla demografia e sulla economia di Sestino, sull’ambiente naturale - che è già un produttore di “energia” - e sulle politiche di sostegno alle aree interne. La delibera si premura anche di mantenere il parere contrario ad “eventuali future istanze di realizzazione di parchi eolici nel territorio sestinese”.